Diaporama - Chiesa della Madonnina di San Luca

Verso il 1690 Ottavia Caprara, appartenente a una delle più influenti famiglie senatorie bolognesi e vedova di Giovanni Battista Montecuccoli-Laderchi, secondo Marchese di Guiglia, inizia la costruzione dell’oratorio, così da dare più decorosa sede ad una miracolosa immagine della Madonna di San Luca, allora collocata in un pilastrino non lontano dal Convento dei Padri Carmelitani di Antica Osservanza e al Castello.

I lavori vengono terminati nel 1715 dal figlio Raimondo Montecuccoli-Laderchi, mentre, secondo la testimonianza di Don Anselmo Giannotti, l’immagine sacra sarebbe stata trasferita nel 1719 “con solenne processione accompagnata al suono di scelta musica ed allo sparo delle artiglierie”.

Nel 1763, dopo oltre due mesi di piogge continue, con conseguenti alluvioni e frane, la comunità di Guiglia si affida all’immagine della Madonnina, attraverso una lunga processione fino alla Chiesa Parrocchiale, ottenendo i risultati sperati.

L’ultimo dei Marchesi Montecuccoli-Laderchi, Raimondo, senza eredi e con una sconfinata passione per l’astronomia, restaura completamente l’oratorio nel corso dell’anno 1859, con l’obiettivo di trasformarlo in tomba di famiglia: all’interno, infatti, si trovano le spoglie dello stesso Raimondo, morto a Milano il 31 marzo 1873, e dei genitori Enea Francesco Montecuccoli-Laderchi e Carlotta Franco.

Nel 1883 l’oratorio viene nuovamente restaurato grazie all’interessamento dell’arciprete Don Ferdinando Fulloni, contestualmente ai lavori di ricostruzione della Chiesa Parrocchiale San Geminiano di Guiglia, e nel 1897 acquistato dalla stessa Parrocchia guigliese.

Nel 1933, a ricordo del Giubileo della Redenzione e grazie all’interessamento di Don Giuseppe Pedretti, l’oratorio diviene oggetto di un nuovo restauro esterno e interno, mentre l’11 agosto 1944, in preparazione della Festa dell’Assunta e nel pieno della Seconda guerra mondiale, dopo lo scontro a fuoco di Pieve di Trebbio del 12marzo e i drammatici rastrellamenti nazifascisti della metà di luglio, i guigliesi chiedono la protezione dell’amata Madonnina attraverso un triduo di penitenza con pellegrinaggio, a piedi nudi, fino all’oratorio.

La costruzione, di eleganti e ricercate forme architettoniche, presenta una piccola navata a tre absidi sormontate da una cupola conclusa da una piccola lanterna. Ai quattro angoli dell’edificio sono posti altrettanti vani adibiti a sagrestia e ripostigli.

La Festa annuale ricade nella domenica più vicina alla data del 26 maggio.

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