Di origini bolognesi ma con solide radici nel Frignano, la famiglia Malatigni si insedia nel territorio intorno ai Sassi fin dal secolo XII, costruendo attraverso una "rete" di rocche e fortilizi uno straordinario sistema difensivo, in grado di contrastare le pretese egemoniche del comune di Modena prima e degli Estensi poi almeno fino agli inizi del secolo XV, con la costituzione del feudo di Guiglia e il governo della famiglia carpigiana dei Pio per conto dei Duchi d'Este. Una "rete" costituita da tre rocche a ridosso dei Sassi - Rocca Guidone, Rocca Sigizo e Roccazzuola - dai presidi di Castellaro, Pugnano e Bastiglia e in grado di estendersi fino a Castellino delle Formiche, Siano, Pieve di Trebbio e Rocchetta.

Nel 1410 Geminiano Malatigni fonda un ospedale presso l'attuale Oratorio dei Sassi, dove ancora oggi si venera la Beata Vergine Assunta (Madonna dei Sassi).

Una volta ridimensionati nelle loro ambizioni di potere, i Malatigni si trasferiscono prima a Carpi, dove con ogni probabilità sostengono la decisione di Papa Leone X di attribuire alla locale Collegiata il governo dell'antica Pieve di San Giovanni Battista di Trebbio, aprendo un duro contrasto con il vescovato modenese, e successivamente a Padova e Venezia.

A partire dal XVI secolo intorno a Villa Pugnano, a maggiore distanza dai Sassi rispetto alle rocche, comincia a consolidarsi il centro abitato dell'attuale Roccamalatina, la più grande frazione del Comune di Guiglia dopo il capoluogo.

I Sassi risultano abitati fin dall'antichità e, grazie alla presenza di caverne e vere e proprie camere scavate nella roccia, sono stati luogo di rifugio per diverse famiglie del territorio nei momenti di maggiore difficoltà, a partire dal passaggio dell'esercito pontificio nel corso della Guerra di Castro del 1643. Straordinarie sono, su questo aspetto particolarmente interessante, le testimonianze a cavallo dei secoli XVIII e XIX di Girolamo Tiraboschi e Arsenio Crespellani.